Il Bellavista Franciacorta Rosé 2018 è uno spumante Metodo Classico che incarna l’eleganza e la raffinatezza tipiche della cantina Bellavista, una delle più prestigiose della Franciacorta. Questo vino rappresenta una perfetta fusione tra delicatezza e struttura, offrendo un’esperienza sensoriale unica.
Per la produzione di questo Rosé, vengono utilizzate uve Chardonnay (circa il 60%) e Pinot Nero (circa il 40%), selezionate da oltre 30 parcelle diverse. Alcuni dei vini base fermentano e maturano in piccole botti di rovere bianco, conferendo complessità e profondità al prodotto finale. Dopo l’assemblaggio, il vino rifermenta in bottiglia secondo il Metodo Classico e matura sui lieviti per almeno 36 mesi, garantendo finezza e persistenza al perlage.
Colore: Rosa tenue luminoso, con sfumature che possono evolvere verso tonalità di rosa antico con l’invecchiamento.
Perlage: Fine, serrato e persistente, con una spuma bianchissima ed esuberante.
Profumo: Al naso si apre con delicate note di pesca bianca, seguite da sentori di fragoline di bosco, fiori di campo e pane tostato. Si percepiscono anche aromi di agrumi, mela golden e rosa canina, che arricchiscono il bouquet aromatico.
Gusto: Al palato è carnoso, asciutto e fresco, ma non aspro, offre vibrazioni armoniose e seducenti che ricordano il ribes nero e la mandorla dolce. La freschezza è sostenuta con garbo, e le note sono molto armoniche, con un elegante fondo di piccoli frutti di sottobosco.
Questo Franciacorta Rosé si presta ad accompagnare una varietà di piatti, tra cui:
antipasti caldi di pesce, uova e torte salate, tartare di pesce, pesce e crostacei al vapore e risotto ai frutti di mare.
La sua versatilità lo rende ideale sia come aperitivo che in accompagnamento a piatti più strutturati.
Si consiglia di servire il Bellavista Franciacorta Rosé 2018 a una temperatura di 6-8°C, utilizzando un calice flute ampio per apprezzarne appieno gli aromi e il perlage, in più questo spumante ha un potenziale di invecchiamento di 10-15 anni, durante i quali le sue caratteristiche organolettiche possono evolvere ulteriormente, offrendo nuove sfumature di complessità e profondità.
